Stampa questa pagina

Pace Significato

Mercoledì, 03 Agosto 2016 01:31 Scritto da
 La Pace evoca unità nella completezza, il significato della Pace è Unione d'Amore, cioè la totalità senza confini, evoca il Tempo del Compimento dell'Opera che è tempo di allegrezza e di estasi. Il simbolo della Pace è il cerchio tutti i punti della circonferenza hanno lo stesso valore dal centro e tutti valorizzano allo stesso identico modo il centro e ne sono valorizzati, il cerchio evoca l'equilibrio. Nel centro una forma circolare marcata fortemente in rosso (la potenza) e su di esso un musicista (il suono) e tutto intorno le figure (allegrezza ed estasi). Foto: Opera di Marc Chagall (1951). La Pace evoca unità nella completezza, il significato della Pace è Unione d'Amore, cioè la totalità senza confini, evoca il Tempo del Compimento dell'Opera che è tempo di allegrezza e di estasi. Il simbolo della Pace è il cerchio tutti i punti della circonferenza hanno lo stesso valore dal centro e tutti valorizzano allo stesso identico modo il centro e ne sono valorizzati, il cerchio evoca l'equilibrio. Nel centro una forma circolare marcata fortemente in rosso (la potenza) e su di esso un musicista (il suono) e tutto intorno le figure (allegrezza ed estasi). Foto: Opera di Marc Chagall (1951). La rappresentazione che vi sono immagini sonore che creano - "nel suono primordiale… la potenza dell'essere e la sua possibile creazione".

Sappiamo quanto le parole siano importanti, nel nome sacro, nel suono primordiale si nasconderebbe la potenza dell'essere e la sua possibile creazione.

Ciò significa che esisterebbero parole che creano, esisterebbero in date condizioni immagini sonore che creano.

Mi si concede allora di evocare la parola Pace, nella lingua considerata sacra: Shalom, pace, deriva dal verbo, Shalem che può essere tradotto con "Essere Completo".

Pace evoca unità nella completezza, ossia Unione d'Amore, cioè la totalità senza confini, evoca il Tempo del Compimento dell'Opera che è tempo di allegrezza e di estasi.

Pace evoca la visione animica della totalità del mondo con l'unità della vita tutta. Il verbo: Shalem, comune con un'altra lingua sacra, quella coranica, evoca la forza e la legge del cerchio, fonte di ogni forma, dove non vi è chi vale di più o chi vale meno, chi ha di più e chi ha di meno; nel cerchio non vi sono posti di preminenza e posti di minore valore, questo vale anche nel concetto di pace.

 

Tutti i punti della circonferenza hanno lo stesso valore dal centro e tutti valorizzano allo stesso identico modo il centro e ne sono valorizzati.

Il cerchio evoca l'equilibrio, il patto di uguaglianza, evoca amicizia senza primato alcuno, cioè in parole semplici evoca la PACE, dove aspetto spirituale e aspetto materiale si compenetrano armonicamente, dove l'uno non prevale sull'altro e viceversa. 

Si deve anche notare che nelle lingue antiche non esistevano contrapposizioni tra nomi astratti e nomi concreti, come nelle nostre lingue moderne che hanno tutte perduto la sacralità della Parola.

Dare pace non significa solo sul piano spirituale, ma significa operare anche concretamente: dare bene, onorare la materia dell'universo perché non vi sia divisione alcuna tra corpo e anima, uguaglianza tra i popoli, uguaglianza tra individui, non vi siano subordinazioni, di una parte sull'altra a detrimento della completezza dell'essere.

La parola PACE significa dare i mezzi concreti, beni terreni, sviluppo per l'indifeso; con la fame in corpo è difficile apprezzare un fiore. C'è anche da dire se si è sfamati e non si apprezza il "fiore" e non si partecipa al dolore degli altri, si è degli abbrutiti, non degni di PACE, Pace è l'essere completo con tutto ciò che comporta.

La PACE è la gioia per chi vuole vivere in bellezza, per chi non sente il bisogno di dividere, di uccidere, di prevalere, per chi non sente il grande richiamo della distruzione e del comando. La pace è gioia per chi si identifica negli interessi dei più deboli, senza pretendere di tutelare i bisogni, senza manipolare la loro forza creativa, la loro coscienza.

La PACE è il contrario della parola guerra, e la PACE va contro ogni violenza di sfruttamento palese o occulta ufficiale o non ufficiale; prospera solo nell'Unione e muore nella Divisione, per cui la PACE ha bisogno di giustizia, mentre la guerra ha bisogno di potere.

Ma come possiamo essere in pace quando vi è tanta guerra nel mondo, tanta discriminazione di potere, di ricchezza, di conoscenza e di cultura in poche mani? Come si può essere in pace quando tanti poveri, classi sociali e popoli di poveri vengono sfruttati.

Come si può essere in pace, in effettivo benessere, quando nel mondo, nonostante il progresso, impera tanta fame e tanta violenza?

Perché regna tutto ciò nel mondo, ecco la risposta: "Non c'è nulla da meravigliarsi: è la natura padrona-servile, gioca sempre nel cuore degli uomini, quando vuole essere carnefice, sulla convinzione di essere lei la vittima."

Immaginare la PACE... Sognare: creare "cieli nuovi e terre nuove".... ciò che è impossibile all'uomo schiavo è possibile al "fanciullo fantastico" che pur è sempre dentro di lui.

 

 

--------------------------------

 

 

La pace non è un'utopia; è il fondamento necessario per la vita dei popoli.

 

Letto: 8800 volte Ultima modifica il Sabato, 02 Maggio 2020 16:47

Vorrei fare un discorso sulla Violenza, valutarla nei suoi aspetti più disparati.

Va da sé che il discorso sulla violenza assume una diversa caratteristica oggettiva e soggettiva a seconda che la violenza sia messa in atto dalla classe oppressa oppure dalla classe opprimente.

Per restare nel problema alquanto semplificato, non è possibile mettere sullo stesso piano la violenza del "Colono" e quella del "Colonizzato": la violenza del Colono contro il Colonizzato e la violenza del Colonizzato contro il violento Colono; le "due" violenze sono realtà nettamente da distinguere.

Infatti una realtà è la violenza del Ricco e un'altra realtà è la "violenza" del Povero, quando reagisce contro la radice del potere, quando tenta di riscattarsi dalla sua stessa violenza che si muove anch'essa contro i più deboli, che lo induce a scaricare, spesso il suo fallimento di vita contro gli infimi, riproponendo in eterno la causa del suo stesso fallimento, la sua stessa oppressione.

Certo la violenza del Povero che si vuole sostituire al Ricco, opprimendo coloro che sono più poveri o poveri pari a lui, ha la stessa natura della violenza del Ricco, perché esprime sentimenti di invidia, di sopraffazione, di risentimento, di vendetta.

Questa violenza rafforza la violenza del Ricco e ne diventa anch'essa responsabile.

Questa violenza-vendetta non esprime l'esigenza di un superamento totale e totalizzante del proprio stato di sfruttato e di sfruttatore, in quanto che il "risentimento" non si muove sul piano "gli Ultimi siano i Primi, e i Primi siano gli Ultimi, affinché non vi siano né Primi, né Ultimi".

Però, logica insegna, che altro è la violenza del "Ricco" il quale avrebbe molti mezzi a sua disposizione per agire con bellezza, con magnanimità, con misericordia, con pietà, in armonia col creato tutto quanto, e altro è la violenza del Servo il quale vive in una dimensione di maggior necessità, privo dei mezzi lucenti di razionalità, per cui le sue scelte sono meno libere, meno responsabili, generalmente di quelle del Ricco o di quelle di colui che è né Ricco né Povero, ma liberato dagli opposti antagonismi.

Ci è stato chiesto: "Visto che il Profetismo Moderno parla spesso di Dio vorrei sapere la vostra idea su Dio e che religione professate. Quale significato ha questa parola? Esistono altri Dei? Chi sono?"  - 

R. Nel momento in cui tu non sei, anche tu sei un Dio.

Vorrei però farti notare che il Profetismo Moderno ha sempre chiamato questa entità "La Grande Luce", ti spiegherò poi perché.

Ma veniamo a Dio.

Dio non è qualcosa di speciale; Dio è il nostro stesso essere.

Dio è la nostra stessa esistenza.

Quando vi dico che siete Dio, sto semplicemente dicendo che noi esistiamo, che tu esisti!

Nel nostro linguaggio l'Esistenza è Dio, sono sinonimi.

Noi affermiamo che anche gli alberi, gli animali sono Dio, come pure le stelle, e anche voi.

Certo, perfino tu che mi leggi, o che mi hai scritto sei Dio!

Forse non lo sapevate.

Voi potete non essere consapevoli della vostra essenza divina.

Noi ne siamo consapevoli!

Parliamo del decimo diritto: la Meritocrazia.

La democrazia ha fallito, prendiamone atto; abbiamo vissuto sotto molti tipi di governo: aristocratico, monarchico, città-stato democratiche e ora abbiamo visto il mondo intero fissarsi sull'idea di democrazia.

Ma la democrazia non ha mai risolto alcun problema, ne ha aggiunto nuovi.

Fu vedendo questi problemi che un uomo come Karl Marx immaginò una dittatura del proletariato.

Io non ne sono un sostenitore, ho un'altra idea, che oltrepassa di molto la democrazia.

Democrazia significa "governo che proviene dal popolo, del popolo, per il popolo." Parole!!

In India vivono novecento milioni di persone, e non solo in India, come possono novecento milioni di persone esercitare il potere?

Dovranno delegare a qualcuno. chi governa non è il popolo, ma le persone che il popolo pensa di scegliere?

Su che basi sceglie? Come scegliere?

E soprattutto, come fa il popolo a scegliere le persone giuste?

Siete forse stati preparati, educati a vivere una vita democratica?

No niente di tutto questo. Le masse ignoranti si possono facilmente manipolare con mezzi semplicissimi. 

Siamo giunti alle ultime dichiarazioni del profeta "Nessuno", da non considerare oro colato, ma osservare e discutere, in aggiunta alla più conosciuta Dichiarazione dei Diritti Umani.

Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo; considerato che il disconoscimento e il disprezzo dei diritti dell'uomo hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell'umanità, e che l'avvento di un mondo in cui gli esseri umani godono della libertà della parola e di credo e dalla libertà dal timore e dal bisogno è stato proclamato come la più alta aspirazione dell'uomo.

- Punto Nove: un Governo Mondiale

Io sono favorevole a un solo governo per il mondo intero.

In questo caso, non sarebbero più possibili guerre e non sarebbe più necessario tenere milioni di persone nelle caserme.

Questa gente potrebbe essere produttiva, potrebbe rendersi utile, e se si fondesse con il resto dell'umanità, ogni povertà scomparirebbe.

Oggi il settanta per cento del prodotto nazionale di ogni paese viene devoluto all'esercito, mentre il resto del paese si riduce a vivere con il trenta percento.

Se gli eserciti scomparissero, questo settanta per cento ritornerebbe ad essere disponibile per tutti.

La povertà non è inevitabile, i mendicanti non sono inevitabili!

Questi mendicanti, queste Etiopie, sono una nostra creazione.

Da un lato creiamo eserciti imponenti e dall'altro facciamo morire di fame migliaia di persone.

Questi eserciti non servono a nulla.

Sono semplici organizzazioni di killer professionisti, di criminali professionisti, gente addestrata al crimine.

E noi insegniamo a tutti gli uomini come si fa ad uccidere.

E parliamo di umanità, parliamo di civiltà... quando, ancora oggi, il settanta per cento delle nostre risorse viene devoluto per uccidere altri esseri umani.

Un solo governo mondiale sarebbe un cambiamento radicale, una rivoluzione. L'intero pianeta Terra ne trarrebbe beneficio.

Dichiarazione Universale dei Diritti Umani Secondo Il Profetismo continua nella sua delucidazione. Abbiamo esaminato i primi due punti e sono: il diritto alla Vita, il secondo che mi sta più a cuore l'Amore, veniamo ora al terzo diritto fondamentale, che unito agli altri due rappresentano le tre cose più importanti dell'esistenza, come detto sopra: la Vita, l'Amore e la Morte... e che a tutti deve essere dato, dopo una certa età a malati terminali con grandi sofferenze fisiche, il diritto inalienabile di morire.

Il quarto che vi parlerò in questo contesto è la Ricerca della Verità.

Riaffermo il terzo diritto fondamentale. Quando una persona sente di aver vissuto sufficientemente a lungo ed ha gravi patologie terminali e non desidera più trascinarsi inutilmente nella sofferenze; quando sa che quel po' di domani sarà soltanto una vuota sofferenza per sé e per gli altri, allora ha il diritto di lasciare questo corpo: è un suo diritto fondamentale.

La vita appartiene all'individuo non ad una politica ospedaliera che vede una grande spesa inutile dove chi ci guadagna è solo la politica e le società farmaceutiche.

Dichiarazione Universale dei Diritti Umani Secondo Il Profetismo

Adesso è bene che vi parli di come il Profetismo in rete concepisce i Diritti dell'Uomo; vi parlerò della Nostra Dichiarazione dei Diritti dell'uomo.

In fondo la D. D. dell'Uomo evidenzia il fatto che l'umanità vive ancora soggetta a molte forme di schiavitù.

Altrimenti non occorrerebbe una Dichiarazione. La stessa necessità di averla, dimostra che l'uomo per migliaia di anni è stato ingannato.

Ed è stato ingannato in maniera così astuta, che solo elevandosi al di sopra dell'umanità si possono vincere le catene invisibili che lo imprigionano, i limiti e le carceri invisibili in cui è costretto.

La "nostra" dichiarazione comprende dieci punti fondamentali. 

 

- Il primo è la Vita

L'uomo ha diritto alla dignità di crescere per poter sbocciare fino alla sua fioritura suprema.

Perché questa fioritura è un suo diritto. L'uomo nasce sotto forma di seme (ovulo e spermatozoo) ma la società non gli fornisce il terreno adatto, le giuste attenzioni, un'atmosfera d'amore.

Al contrario, la società ha creato un'atmosfera profondamente avvelenata, carica di rabbia, odio, distruzione, violenza, guerre.