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Come Perdonare Significato

Venerdì, 26 Agosto 2016 22:03 Scritto da
Ci è stato chiesto Come Perdonare, chiarire meglio il concetto del perdono. Perdonare non significa dimenticare, obliare, significa ricercare le vere cause che hanno provocato il comportamento dannoso ingiusto, trarne il significato, scoprire le condizioni oggettive, istituzionali, culturali e porvi rimedio. - Foto: M. Chagall – La Caduta dell’angelo, 1923-1933-1947 Ci è stato chiesto Come Perdonare, chiarire meglio il concetto del perdono. Perdonare non significa dimenticare, obliare, significa ricercare le vere cause che hanno provocato il comportamento dannoso ingiusto, trarne il significato, scoprire le condizioni oggettive, istituzionali, culturali e porvi rimedio. - Foto: M. Chagall – La Caduta dell’angelo, 1923-1933-1947 Alcuni simboli: la caduta dell'angelo: il senso di colpa - Il sacerdote: l'autorità di giudizio - il crocifisso: l'estremo perdono. Il sole nella parte centrale con il riflesso verso i simboli positivo del concetto.

Ci è stato chiesto di chiarire il concetto del perdono.

Perdonare non significa dimenticare, obliare, significa ricercare le vere cause che hanno provocato il comportamento dannoso ingiusto, trarne il significato, scoprire le condizioni oggettive, istituzionali, culturali e porvi rimedio.

 D. Cosa si deve fare, quale comportamento?

 R. Perdonare, non significa dimenticare né tanto meno benedire, non significa obliare, altrimenti ci si mette nella condizione favorevole perché i comportamenti nocivi di chi ha commesso l'errore, si ripetano in condizioni più aggravate.

 D. Cos’è il perdono?

R. Perdonare è un atto sacerdotale diretto ai fratelli e al “nemico” (parte di noi stessi) che desidera il perdono e che lo deve volere, o che si trova nelle condizioni di non poter più nuocere, affinché l’atto del perdono non si traduca in una beffa per colui che lo manifesta. Tutto questo, consiste anche l’amore verso il nemico, cioè capire anche le sue ragioni. Cercare di convincerlo a cambiare strada e a non infierire su di lui una volta sconfitto.

D. Come si sente chi perdona, diventa migliore?

R. Chi perdona diventa autorità di giudizio di chi viene perdonato.

D. Quando perdono, come mi devo comportare?

R.  Perdonare non significa l’obbligo di riconciliazione tra vittima e carnefice, ma far si che la vittima sia risarcita dal “carnefice” con tutti i mezzi che ha, non potendo mettere sullo stesso piano nel perdono il “risentimento” della vittima e l’odio gratuito, ingiusto del carnefice.

D.  Ma è difficile? Spiegami?

R.  Perdonare, non significa dimenticare, anzi significa l’opposto; significa “ricordare”, significa analizzare le vere cause che hanno provocato il comportamento dannoso, ingiusto; trovare il significato palese-occulto-individuale porvi rimedio senza inutili vendette.

Perdonare significa verità, luce: far luce significa conoscenza profonda del fatto solo dopo aver capito è possibile perdonare e “amare” e “pregare” per trovare rimedi.

D. domanda – R. risposta.

 

Una riflessione: come si riesce a perdonare?

Bisogna comprendere che perdonare o meglio: dimenticare - cancellare - non è possibile perché la componente psicologica e morfologica del nostro cervello non ne è in possesso.

Si può dimenticare, quindi per-donare (regalare) con il cuore ma non con il cervello, con la mente che ne è un componente psicologico.

La memoria non è una facoltà specifica dell'uomo; anche l'animale ricorda o ne serba memoria: la rondine ritorna al proprio nido, tutti gli uccelli vanno in cerca di cibo e dopo alcune ore di volo ritornano al proprio nido, certo si può ricondurre con l'istinto; ma che dire del cane che rifiuta il cibo o si lascia morire dopo la morte del padrone? Questa è una reale capacità di ricordare o di memorizzare.

Così dimenticare o ricordare non è facoltà a cui si possa contrapporre con l'oblio intesa come privazione, l'oblio fa parte del ricordo, anzi il ricordo è costituito dall'oblio.

Certamente il ricordo lentamente sbiadisce nel tempo, perde di vivacità, ma la radice rimane.

Esistono ricordi collettivi che sono ormai nel tempo perdonati, ma mai dimenticati, parlo delle guerre di tutti i tempi, sopratutto le più recenti; sono perdonate ma non dimenticate si parla quindi più precisamente di memoria.

Oppure la frase: "sii memore" nel senso del monito; "sii memore di essere un mortale del fatto che non riuscirai a sfuggire al peccato del ricordo e che ti è stata data un'anima mortale" questo onnipresente imperativo "sii memore" è presente nel ricordo dei discorsi del profeta Maometto, della vita di Budda, soprattutto della crocifissione di Gesù Cristo.

Quindi si può perdonare, ma non si può dimenticare. Quando si è partecipi ad una triste esperienza si dice: "Anch'io mi ricordo di questo avvenimento..."

Ma tuttavia abbiamo ricordi del tutto diversi, dato che lega a questo ricordo altre aspettative, altri ricordi.

Ricordi comuni non sono mai identici fra loro, persone che pur perdonando restano schiavi per tutta la vita alla amarezza di un lutto o di una delusione, di un tradimento.

Perdoniamo dunque, ma ricordiamo per non commettere più l'errore o peccato che tanto ha fatto soffrire.

 

 

 

Letto: 4771 volte Ultima modifica il Giovedì, 30 Marzo 2017 21:52