La diversità che c'è tra politica e religione è che la religione a diversità della politica va vissuta ma non capita; se cominci a tentare di capire, lo stesso sforzo rende impossibile la comprensione.
L'intelletto può risolvere qualsiasi problema fuorché il problema, quando cerchi di capirlo, la coda cresce e sei intrappolato.
La politica dei politicanti che siedono su comode poltrone del potere è confusionaria, mettono confusione nella tua mente che assorbe una complicanza di problemi da non capirci più nulla e, rende succubi del potere e dei potenti, e la moneta ne è il segno del valore.
La moneta nella sua funzione di mezzo di circolazione - l'oro che acquista un aspetto particolare, diventa moneta; la politica fa si che la sua circolazione sia ostacolata da difficoltà tecniche, (l'oro è coniato in misura di moneta di conio), in questo modo sia il denaro che l'oro acquistano carattere locale politico, parlano un linguaggio comprensibile solo agli addetti ai lavori e porta uniformi nazionali, differenti solo all'apparenza, ma identiche nella sua forma di potere: sfruttare il lavoratore, il cittadino con tasse ed erari assurdi.
Come avviene questo? La sfera entro la quale il denaro (l'oro) circola si scinde come circolazione delle merci interne, circoscritta dai confini di una comunità della circolazione generale del mondo delle merci. compreso il modo occulto "le merci" delle armi non più costruite come difesa di un popolo ma come "ricchezza interna di un popolo".
Le armi oggigiorno sono per gli Stati che praticano la pace fonte di ricchezza, ma ahimè per pochi.
Guardate i popoli cosiddetti propensi alla pace, guardate l'attuale situazione degli affari di quel paese, guardate come è considerato il popolo, guardate la ricchezza e la prosperità di quasi tutte le classi della società. Poi guardate le terre sfruttate, come vivono allo sbando e nella miseria.
Così vanno adesso le cose, prendere coscienza significa aprire gli occhi a chi dorme.
Allora ci vogliono parole di fuoco per incidere l'uguaglianza e la pace.
Non è nel mio stile di "Senza Stato" offendere alcuno con queste parole, contro le tirannie occulte mascherate di perbenismo degli attuali partiti, ma con quale animo ci si dovrà preparare alla libertà?
Con l'animo che di fatto ama il proprio carnefice? Oppure con l'animo di giustizia profetica che odia il tiranno e che ha la capacità di dare e di acquistare coscienza dovunque e senza armi, con la semplice sua voce o con la Natura organizzata, che ha la capacità di saper cogliere le contraddizioni dei più deboli, ma sopratutto dei forti: le loro vigliaccherie, le loro paure di vivere la terribile realtà che li fa strumenti ciechi di soprusi.
Contro le tirannide di chi non vuole essere né "povero" né "ricco", deve imparare ad abolire da sé ogni sorta di possesso, ogni sorta di dominio sulle cose, sugli animali, sui vegetali, sopratutto sugli uomini; tutto questo deve essere abbattuto - trasformato per potere acquistare la magica realtà libertaria di "Chi non possiede nome!"